E’ una notizia che è rimbalzata su tutta la stampa nazionali ed internazionali il Caso Shalabayeva, che aveva visto, all’epoca dei fatti, quale capo espiatorio, due alti funzionari della Polizia di Stato. L’ex Questore di Palermo Renato Cortese e l’ex Questore di Rimini Maurizio Improta. Non sappiamo se la notizia di ieri, ovvero che la Corte di appello di Perugia li ha assolti con formula piena dall’accusa pesante di sequestro di persona e per del le presunte irregolarità legate al rimpatrio di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, espulsa verso il Kazakhstan nel 2013 insieme alla figlia Alua e poi entrambe tornate in Italia, possa in qualche modo ripagarli per il calvario giudiziario e mediatico che hanno subito per tutti questi anni. Una situazione giudiziaria che tra le fila degli operatori di Polizia, si ripete con estrema facilità, dovuta alla sovraesposizione che gli appartenenti alla Polizia di Stato e le forze dell’ordine in genere hanno. Uomini e donne costrette dal proprio dovere Istituzionale a dover agire in tempi rapidi per la sicurezza dei cittadini e alcune volte per l’intera sicurezza nazionale.
Una regola deve essere certa, cancellare dal regolamento di disciplina determinate e assurde meccanicità che prevedono, comunque, una azione disciplinare per qualsiasi dipendente, di ogni ordine e grado, anche se questo risulti totalmente estraneo alla vicenda giudiziaria in cui é coinvolto, una regola arcaica ed ingiusta che penalizza pesantemente tutto il personale.
L’auspicio più grande per noi del Movimento dei Poliziotti Democratici e Riformisti che possiamo fare ai due funzionari è che il Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Lamberto Giannini, possa in fretta ripristinare e con tutti gli onori, quello che una accusa giudiziaria “infamante” e pesante aveva strappato a due eccellenti uomini della nostra Istituzione e dello Stato, restituendo loro quella giusta serenità lavorativa ed affettiva che li ha tormentati per tutti questi anni.
vorremmo ricordare che in questa assurda e drammatica vicenda giudiziaria vi erano coinvolti altri colleghi, Francesco Stampacchia, Luca Armeni, Vincenzo Tramma e Stefano Leoni, anche loro assolti per non avere commesso alcun crimine. Poliziotti meno famosi ma che hanno sofferto insieme alle rispettive famiglie per un accusa oggi ritenuta totalmente infondata.