Il Primo maggio è una ricorrenza importante per i lavoratori di tutto il mondo, compresa l’Italia è una data che importiamo dagli stati uniti in quanto trae le sue origini nell’Illinois nel 1886.
Tra gli operatori della Polizia di Stato e dei lavoratori delle Forze dell’ordine in generale, è un festa che poco si addice, in quanto è insita in questa giornata manifestare in piazza, organizzando delle vere e proprie marce per sottolineare la sicurezza sul lavoro e per l’ottenimento di nuovi ed importanti traguardi in termini di diritti. Elementi a noi tutori dell’ordine e della sicurezza molto limitati da norme ben precise che devono essere rispettate pedissequamente, rispetto ad altre categoria del mondo del lavoro. E dire che, Noi più di altri, di diritti ne abbiamo ben pochi e quei pochi,ogni giorno, vengono minati da norme arcaiche, che limitano addirittura l’utilizzo dei social, la libertà di adesione ad alcuni enti esterni, la possibilità di esercitare il diritto allo sciopero ecc ecc ecc, il tutto sancito da regolamenti oramai superati dal tempo.
Oggi, addirittura, ad opera di altri sindacati all’interno della Polizia di Stato, con la complicità dell’amministrazione, che erge muri di gomma non ottemperando a delle sentenze chiare ed inequivocabili , viene tentato di compromettere la libertà dei Poliziotti di associarsi a dei sindacati indipendenti, che non facciano parte di quelle associazioni storiche nate tanti anni or sono, immediatamente dopo la c.d. smilitarizzazione e che da allora, grazie alla nascita di altre OO.SS., di consenso ne stanno perdendo parecchio a punto tale da cercare di arginare la loro continua erosione, attraverso delle norme antidemocratiche attuate nell’ultimo contratto di lavoro, a danno di un misero riconoscimento salariale, norme anti democratiche, abrogate da due importante sentenze, del Tar Prima e dal Consiglio di Stato dopo, quest’ultimo,da loro stessi invocato.
Il Movimento dei Poliziotti Democratici e Riformisti,rispetto a questi tentativi, nel rispetto delle norme, non retrocederà di un millimetro nella sua azione di democratizzazione delle forze di Polizia, affinché l’operatore di Polizia possa essere cittadino tra i cittadini, ai quali riconoscere l’adeguata dignità di lavoratore tra i lavoratori, con il giusto equilibrio tra diritti e doveri , richiamando alle proprie responsabilità chiunque si trinceri in fantomatiche e paranoiche catene di comando per soffocare i principi del diritto in quanto tale.
Il nostro Presidente della Repubblica in occasione di questa ricorrenza ha elevato la dignità dei lavoratori legandola indissolubilmente alla dignità della persona ricordando che ‘I sindacati sono interlocutori insopprimibili’
Roma 1 Maggio 2024